Fino ad ora abbiamo viaggiato su: aereo, qualsiasi classe di treno, bus, treno a vapore tuc tuc, macchina e oggi… barca!

Stiamo percorrendo il tratto di fiume che porta da Alleppey a Kollam, in direzione di Varkala. Sebbene sia famoso per le house boat, vere e proprie case all’interno di imbarcazioni di paglia attrezzate di tutto, noi abbiamo scelto un barcone molto più spartano, ma che ci permette di stare in mezzo alla gente. Effettivamente non appena seduti ci siamo imbattuti in un ragazzo locale disoccupato ma poliglotta, molto curioso, finendo a parlare di Dante e Manzoni!

 Chi l’ha detto che il fiume è tranquillo? Animali di qualsiasi tipo, nascosti nel verde fanno capolino un po’ spavaldi, un po’ impauriti. Mille vite si susseguono sugli argini e ognuna ha un saluto per noi, i villaggi scorrono uno dietro l’altro, ognuno con le sue abitudini. Un viaggio che ci consente di sbirciare nella loro intimità di tutti i giorni. Un po’ ladri, osserviamo pescatori, case semplici e bambini che giocano.

Ogni sorriso è talmente pieno, da far scordare a chiunque lo riceva il peso che porta, qualunque esso sia. La libertà di un battito d’ali impercettibile e il disordinato intricarsi delle radici nella vegetazione, l’occhio si perde al di la delle palme nelle grandi risaie e lo specchio dell’acqua dipinge tutto come un quadro. Come una danza, i pesci intorno attirano l’attenzione con salti e acrobazie, quasi stessero facendo uno spettacolo solo per noi. L’acqua dipinta di verde è punteggiata di ninfee, al punto che sembra di farsi largo in un prato, un dipinto impressionista dai colori accesi, ben diversi da quelli fangosi e rossi dell’Indo, in Ladhak.

L’andatura della barca è un respiro che si muove tra le insenature, prima stretto e veloce, poi improvvisamente ampio, da una sponda all’altra fino all’estuario dove si mescola con l’aria salmastra. Questo scorrere inesorabile, mi da sicurezza; mi ricorda la forza dell’acqua che si fa spazio in ogni insenatura: non curante degli ostacoli che incontra.. va.

G.M.