Direzione Panjim capitale dello stato di Goa.
Sarà una giornata intensa, ci aspettano 600 km e 11 ore a 60 km/h, con qualcosa come 20 fermate nel mezzo. Considerando che abbiamo già 4 ore di ritardo prima ancora di partire, non so bene come andrà a finire! Trovare il biglietto è stata la parte divertente. Poiché, di certo, non avevamo prenotato 60 giorni prima, come consigliato da tutte le guide, ingenuamente pensavamo di trovare un posto via internet. Alla scoperta di una waiting list infinita, specialmente per tratte lunghe e in alta stagione, abbiamo capito che il metodo migliore sarebbe stato rivolgersi ad un “agente di viaggio” che facendoci pagare il doppio spero non abbia tolto il posto a qualcun altro.. : India! (L’arcano mistero è presto svelato dal fatto che 24 ore prima si apre una finestra temporale di un’ora per chi è disposto a pagare cifre alte per un posto a sedere, cosa di cui eravamo ignari..).
Condividiamo la cuccetta con una famiglia, mamma, papà e due bimbi, incredibilmente educati e silenziosi, che i genitori si danno un gran da fare a intrattenere. A volte mi sembra che solo in Italia i bambini strimpellino in continuazione. Una coppia giovane in attesa del terzo per giunta! Il treno non è cosi male, siamo riusciti a rimediare un posto con aria condizionata in seconda classe, nulla a che vedere con ciò a cui siamo abituati, ma non penso nemmeno che sia cosi lontano dai treni pre alta velocità. Non ci sono posti a sedere ma specie di brandine dove stendersi, il che è un po’ fastidioso, perché avendo i posti di sopra, come su un letto a castello per intenderci, l’unica posizione possibile è quella da sdraiati. I bagni sono sopportabili, esiste la versione indiana e quella occidentale, cosa che mi ha fatto sorridere e c’è anche un ottimo “servizio di ristorazione” che porta da mangiare ogni due minuti. Sembra di essere in un enorme sottomarino, di qualche tempo fa, con la differenza che tra un vagone e l’altro le porte sono spesso aperte con il rischio di cadere di sotto per sbirciare fuori.
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L’unica pecca è che la componente principale della scelta del viaggiare in treno, ovvero i finestrini, sono cosi lerci e spessi da non consentire di vedere nulla al di la del vetro. Mi perderò il suggestivo paesaggio che avevo in mente di gustarmi, eppure se qualcuno mi scattasse una foto adesso catturerebbe solo felicità pura. Non potevo desiderare di più, che starmene su questo treno sgangherato a scrivere. Ogni tanto distolgo lo sguardo per spiare i miei compagni di cuccetta, ai quali si sono aggiunti due anziani signori, che non fanno altro che mangiare! La mamma dei bimbi si nasconde riservata dietro una tendina per allattare la più piccola, mentre gli occhi del papà sono tutti per il figlio maschio, che non ne vuole sapere di addormentarsi nonostante le interminabili ninna nanne. Vorrei avere l’abilità di descrivere a pieno la dolcezza di queste quattro persone insieme, la sicurezza del sentirsi famiglia: sentimento universale, che non fa altro che ricordarmi quanto, in fondo, apparteniamo tutti alla stessa umanità.
G.M.
Fantastico Scu..grande emozione come sempre!
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